Uno scudo penale per il Coronavirus: nel decreto Cura Italia spunta l’emendamento PD per sanare le responsabilità politiche
Mentre in Italia – e soprattutto in Lombardia – si continua a morire di Coronavirus, mentre emergono i numeri reali di questa catastrofe sanitaria, che solo a Bergamo e provincia ha fatto 4.500 morti (concentrati tutti nel mese di marzo), mentre continua incessante il flusso di testimonianze di persone che hanno perso i propri famigliari in modo traumatico e impietoso – chi dentro casa e chi in ospedali come quello di Alzano Lombardo in Val Seriana, dove tutto è iniziato il 23 febbraio – a Roma c’è già chi si sta mobilitando per mettere in campo uno scudo penale, non solo a difesa dei medici, ma anche dei responsabili gestionali di questa crisi. Si sta cercando, in pratica, di eliminare il reato di epidemia colposa per mantenere solo quello di epidemia dolosa.
I partiti di maggioranza e
opposizione hanno infatti depositato emendamenti al decreto ‘Cura
Italia’ per ridefinire, per il periodo di emergenza da Covid19, il
perimetro della responsabilità per medici e operatori del settore. Si va
da richieste di esonero totale, che cancellerebbero la
responsabilità penale, civile, amministrativa ed erariale di tutti i protagonisti
di questa vicenda, a richieste di rendere perseguibili penalmente le sole
colpe gravi, fino alle richieste di chiedere il patrocinio gratuito dello Stato
a chi sarà accusato di presunti errori. Il decreto ‘Cura Italia’ è da ieri
all’esame della Commissione Bilancio del Senato, che vaglierà gli emendamenti
prima della discussione in Aula, prevista per la settimana prossima.
L’emendamento a prima
firma Marcucci (Partito Democratico) – che ha ricevuto il
parere favorevole del Governo – chiede ad esempio di limitare la punibilità
penale per “le strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private e gli
esercenti le professioni sanitarie – professionali – tecniche
amministrative del Servizio sanitario” alle sole violazioni “macroscopiche”
di “colpa grave”. Secondo il testo, tuttavia, la protezione riguarda non
solo le “condotte professionali”, ma anche “le condotte gestionali o
amministrative” purché non “sia stato accertato il dolo del funzionario o
dell’agente che le ha poste in essere o che vi ha dato esecuzione”.
“Lo trovo inaccettabile –
sottolinea a TPI l’avvocato bergamasco Roberto
Trussardi, che segue da vicino il caso di Alzano Lombardo – approvare un
emendamento del genere significa dare un colpo di spugna ai tre quarti degli
eventi che si sono verificati in questo periodo, tranne i casi gravissimi. Se
le condotte gestionali o amministrative, anche se eclatanti, non potranno
essere perseguite se non c’è dolo, significa che non si potranno perseguire
mai”.
Questo significa, dunque,
che la vera novità di questa modifica che potrebbe essere inserita nel decreto
“Cura Italia” è la protezione fornita ai burocrati e ai dirigenti
amministrativi, il che potrebbe far sorgere il ragionevole dubbio che il
vero scopo della norma sia quello di tutelare la direzione politica e
gestionale dell’emergenza Covid19, anche perché – come primo effetto
immediato – faciliterebbe la difesa dei futuri imputati. E proprio sulla
vicenda dell’Ospedale “Pesenti Fenaroli” di Alzano Lombardo, nei cui
confronti l’ipotesi di reato potrebbe essere quella di epidemia colposa,
l’avvocato Trussardi ci spiega che se passasse questo emendamento “ci sarà da
discutere se si tratta di un caso macroscopico, eclatante oppure solo di colpa
grave e in questo caso il reato non sarebbe perseguibile”.
Raggiunto telefonicamente da TPI per
commentare questi emendamenti al decreto “Cura Italia”, il senatore Gregorio
De Falco (del gruppo misto) ha così commentato: “Qui si sta cercando
di precostituire una assoluzione per le responsabilità che in realtà non hanno
carattere sanitario e medico, ma manageriale,
probabilmente politico. Mi è stato detto che in questo momento sarebbe
opportuno proteggere quei ragazzi, quei volontari che sono buttati al fronte,
senza che abbiano una esperienza adeguata, magari non specializzati, ma qui non
stanno proteggendo quelle specifiche categorie, qui si sta proteggendo tutto il
sistema sanitario. Perché? E da che cosa? Forse dalle responsabilità che hanno
assunto per aver messo medici e infermieri nelle condizioni di lavorare con
quella carta straccia che hanno indosso al posto delle mascherine? Questo è
gravissimo. Penso che si sia scritta una cosa che va ben oltre le intenzioni.”
Il senatore De Falco è un
fiume in piena: “La responsabilità dei medici è già coperta da una recente
legge – aggiunge – quindi non capisco quale sia la necessità di un emendamento
di questo tipo. Tutti gli operatori sanitari stanno dando un contributo enorme,
se però vengono mandati al fronte con quelle mascherine swifter che non servono
a niente, bisogna stabilire chi ha certificato che quei dispositivi fossero
ritenuti idonei. Qualcuno ne dovrà rispondere. Perché poi le persone muoiono”.
L’inchiesta
di TPI sulla mancata chiusura della Val Seriana per punti:
“L’Istituto Superiore di Sanità ha raccomandato al governo la
chiusura di Nembro e Alzano Lombardo”: così Gallera il 6 marzo scorso
confermava la nota dell’Iss emersa grazie all’inchiesta di TPI |
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